venerdì 17 settembre 2010

In viaggio con Amandla (parte sesta) Beaufort, un'accoglienza travolgente!


Beaufort
16 giugno 2010. Arriviamo a Beaufort alle 9:00. Questa mattina il bollettino meteo prevedeva venti forti e pioggia sul nord Atlantico; la decisione è ormai definitiva: percorreremo l’Intracoastal Waterway fino al Delaware. Inoltre viaggiando all’interno, avremo la possibilità di fermarci nei vari centri abitati che incontreremo lungo il percorso, per fare rifornimento di carburante e cambusa. C’è però il problema dei ponti che ci assilla. La carta nautica conferma che la loro altezza è unificata a 65 piedi e possiamo solo sperare che non sbagli, perché per 2
 piedi
 in meno…ci giochiamo l’albero!
La navigazione nell’Intracoastal Waterway è relativamente facile, “relativamente” perché in genere ci navigano imbarcazioni piccole e dal pescaggio ridotto: appena fuori dal percorso costantemente segnalato, in alcuni punti la profondità è di pochi centimetri e Amandla con oltre quattordici metri di lunghezza e due metri e venti di pescaggio, è...come un elefante in un negozio di cristalli! E’ per questo che Fabio, a titolo precauzionale, ha stipulato un’assicurazione in caso di arenamento, che ci farà dormire sonni più tranquilli.
Entrati a Beaufort, dobbiamo passare un ponte levatoio. Si apre ogni mezz’ora e rimaniamo in attesa nelle vicinanze.

Un segnalamento sul fiume
Superato il ponte, troviamo il primo ostacolo, i segnali indicano di passare in un percorso stretto e sinuoso. Ora più che mai dobbiamo ricordarci che il sistema di segnalazione marittima e fluviale in America è esattamente il contrario rispetto a quello europeo: il verde è a sinistra e il rosso a destra. Ho gli occhi puntati sullo schermo del computer per controllare la rotta tracciata dal GPS, mentre Fabio è al timone. Gli sto indicando il percorso, quando vedo che vira a sinistra prendendo una direzione diversa.
- Fabio, dobbiamo andare a dritta. Stai navigando in un percorso non segnalato! –
- Non sembra un fondale basso, secondo me possiamo andare anche da questa parte –
Non fa in tempo a terminare la frase, che la barca inesorabilmente finisce nella sabbia. Veniamo scossi  da un colpo secco e prontamente Fabio innesta la retromarcia. In barca cala il silenzio. Sono secondi spasmodici, in cui Amandla accenna un breve movimento e poi…lentamente si libera dalla presa del fondale. Ci rendiamo conto che la stanchezza dovuta ai tre giorni di navigazione in oceano ha fatto calare il nostro livello di attenzione.

Il primo ponte
Ma non è finita! Cinque miglia più avanti c’è il primo ponte fisso.
- Marco, vai a prua così mi dici se ci passiamo –
 Man mano che ci avviciniamo, mi accorgo che calcolare dal basso l’altezza dell’albero rispetto a quella del ponte è praticamente impossibile.
- Rallenta, da qui non riesco a capire se ce la facciamo! –
Con il binocolo cerco un cartello che segnali il livello dell’acqua, ma siamo ancora troppo lontani.
- Che faccio, vado?- grida Fabio dal pozzetto
- Rallenta ancora un po’, sto provando a vedere se c’è un fluviometro! –
Un ostacolo mi impedisce di guardare oltre e sono costretto ad aspettare che la barca si avvicini.
- Eccolo! – urlo felice alla vista del cartello – Indica 64,5 piedi, procediamo? –
- Per forza, è l’unica alternativa che abbiamo per capire se possiamo andare avanti; male che vada ci giochiamo l’antenna del VHF in testa d’albero! Tu resta comunque lì e dimmi se è tutto ok –
E come faccio a dirgli se va tutto bene, penso, è impossibile capirlo da qui sotto! Guardo sul ponte nella speranza che qualcuno passi a piedi, ma vedo solo automobili.
Mancano ormai pochi metri.
- Vai avanti così e mantieni il motore al minimo! –
Pochi secondi dopo siamo sotto al ponte. Per un istante ho come l’impressione che l’antenna del VHF oscilli, ma non riesco a capire se è la tensione che mi sta giocando un brutto scherzo. Nel momento in cui lo superiamo, lanciamo insieme un grido liberatorio e di gioia. Ce l’abbiamo fatta! Questo significa che potremo passare anche sotto gli altri ponti.


Una casa sul fiume
L’apprensione del momento mi aveva distratto dalla bellezza del paesaggio. Su entrambi i lati del canale vediamo sfilare splendide case costruite in legno nel tipico stile americano, ognuna delle quali con il posto barca privato. Sono alternate da una fitta vegetazione di alberi, perlopiù conifere, ricoperti da viti selvatiche e cespugli di mirto che in alcuni tratti si infittiscono al punto da lasciare solo pochi centimetri di sabbia sulle sponde. Sopra di noi volano aquile e numerosi aironi. Il silenzio della natura è rotto solo dal rumore del motore della barca. Credo che questo posto faccia la gioia di molti naturalisti, oltre a distendere i nostri nervi…

Dopo aver percorso dieci miglia, il canale sbocca nella baia di Neuse River. Cerchiamo un punto riparato in cui gettare l’ancora e passare la notte e lo troviamo sulla sinistra di fronte ad alcune case nascoste tra gli alberi, che al momento sembrano disabitate. E’ un posto incantevole, dove regna la tranquillità ed è quello che ci serve per cercare di recuperare qualche ora di sonno. In pochi istanti mi addormento disteso fuori nel pozzetto.

Sotto la pioggia
A svegliarmi, un paio di ore dopo, è una brezza fredda che arriva da est. Alzo lo sguardo e vedo dei nuvoloni neri e bassi all’orizzonte, che vengono verso di noi. Anche Fabio si è accorto dell'arrivo di un temporale; decidiamo di rinforzare l’ancoraggio e chiudere gli osteriggi e gli oblò della barca. Lo vediamo arrivare  lento e imponente mentre copre sempre più la vista del paesaggio con un muro denso di pioggia. Ci investe portando con sé il vento forte, che increspa l’acqua creando onde basse e ravvicinate. La temperatura cala improvvisamente di diversi gradi e le raffiche di vento sfiorano i trenta nodi; restiamo in pozzetto infreddoliti ed impotenti, ad aspettare che passi il temporale, controllando che l’ancora non ceda sotto le continue sollecitazioni. I fulmini cadono numerosi, ma non ci preoccupano poiché siamo protetti dagli alberi più alti nelle immediate vicinanze.
- Ci pensi Fabio, adesso avremmo potuto essere in mare aperto in mezzo ad una tempesta! –
- Ci penso, ci penso…che ne dici se per festeggiare facciamo un risotto con la salsiccia? –
- Dico che adoro i festeggiamenti! -
Continua…

Nessun commento:

Posta un commento